Venezia e la sua lunga storia
VI-IX secolo | La storia delle origini di Venezia
Cerchiamo ora di raccontarvi la storia di Venezia sin dai suoi incerti inizi.
Per trovare i primi insediamenti nelle isolette della laguna bisogna andare alla caduta dell’Impero Romano alla caduta del quale si verificarono invasioni barbariche ad opera del popolo dei Longobardi.
Furono queste orde, famose per le loro depredazioni e terrore che incutevano, a causare dal VI secolo la fuga delle popolazioni venete verso luoghi sicuri. Molti di questi scampati, trovarono riparo in questa Laguna su isole e approdi che erano già attivi e frequentati appunto da mercanti e marinai già in epoca romana.
Verso il 697 i rifugiati in queste isolette diventarono una comunità guidata da un’amministrazione. Il primo governo, forse sotto l’autorità dell’esarca romano-bizantino di Ravenna.
La sede di governo si spostò poi ad Eraclea e poi ancora a Malamocco, finché nel 742 l’insediamento del definitivo nucleo cittadino, venne posto nelle isole “Realtine”, cioè nell’area che offriva una terra più alta e riparata da alluvioni e maree. Attorno a Rialto (Rivus Altus) e a quell’area che era destinata a diventare la Piazza principale di Venezia.
L’arrivo a Venezia delle sacre spoglie di San Marco nel 742 segna la data spartiacque fra il profilo di una popolazione senza una identità di appartenenza e quella di una organizzazione di cittadini con Governo ducale. Il potere si concentra nelle mani del Doge che ha un suo Palazzo affacciato sulla Piazza principale con a fianco la propria Cappella personale che dopo il mille sarà ricostruita come la Basilica di San Marco.
Venezia così governata, stretta attorno al suo protettore, l’evangelista Marco sotto il cui vessillo, raffigurante il Leone alato combatterà mille battaglie, diverrà nell’anno 840 una Città Ducato autonoma e indipendente.
X-XIII secolo | Mercanti, naviganti e crociati
I Veneziani si dedicano con sempre maggior profitto alla navigazione e ai commerci per mare, lungo le rotte dell’Oriente; alla fine del primo millennio la Serenissima acquista sempre più influenza e potere come crocevia commerciale strategico per i traffici ed i trasporti fra l’entroterra continentale e il mare Adriatico.
I fiumi che confluiscono nel Mare Adriatico, a sud e a nord della laguna, come il Po, l’Adige, il Livenza sono le strade d’acqua naturali che i mercanti della città percorrono per spostare dai loro magazzini (fondaci) ogni tipo di mercanzia arrivata via mare da Bisanzio e dal Medio Oriente.
I commercianti, gli armatori di navi e gli artigiani veneziani accumulano così grandi ricchezze ed erigono sul Canal Grande i Palazzi-fondaci, sempre più sfarzosi, ricoperti di marmi, pietre ricercate e ricche decorazioni. Il potere le risorse economiche dei veneziani si accresce a tal punto che essi si offrono di aiutare l’imperatore a combattere i Normanni. Ottenuta la vittoria essi ottengono in cambio privilegi commerciali in tutto l’impero.
Nel 1104 sorge l’Arsenale, un grande bacino in cui vengono costruite le navi, siano esse da trasporto come da guerra. Da Venezia queste galee iniziano a partire, colme di cavalieri Crociati che si dirigono verso la Terra Santa, volti alla conquista di Gerusalemme.
I veneziani si accaparrano fondaci, quartieri, basi di scambio merci, privilegi e poteri di ogni tipo, fino alla finale spartizione del bottino dell’Impero Bizantino quando i veneziani, guidati da astuto Enrico Dandolo affiancano i Crociati nell’assedio che porterà alla conquista di Costantinopoli e alla caduta dell’Impero Romano d’Oriente.
XIII-XIV secolo, Il predominio sul Mediterraneo orientale e il consolidamento del Governo
Venezia diventa padrona del bacino orientale del Mediterraneo e dei traffici per mare con l’Oriente. Non è però la sola ad avere queste ambizioni e per mantenere la sua supremazia commerciale sui mari è costretta a combattere una lunga serie di costose guerre con Genova, divenuta a sua volta una potente città marinara che
intende insediare l’influenza marittima ed il primato commerciale dei Veneziani.
Le guerre, fra alterne vicende hanno termine nel 1381 e Genova, che in precedenza era arrivata con la sua flotta a minacciare Chioggia ai margini della Laguna di Venezia, perde rovinosamente e non sarà più in grado di ostacolarne l’ascesa.
Venezia invece ne esce ulteriormente rafforzata e pronta a trasformarsi in una potenza internazionale.
Con il suo complesso sistema governo che, per eleggere i propri Dogi adotta una complicatissima procedura studiata per ostacolare ogni tipo di nepotismo, si garantisce così uno stato di stabilità e di continuità che le conferirà l’appellativo di Repubblica Serenissima.
Questa forma di equilibrio dell’esercizio dei poteri viene tuttora studiato nelle università.
XV sec. | Oltre i “domini da mar”
Agli inizi del milletrecento lo stato di Venezia non possiede domini di terra, tranne Treviso città del vicino entroterra, e ciò nonostante è il più potente e stabile stato d’Italia. Venezia inizia così ad acquisire territori nel Veneto e nell’odierno Friuli.
Bisogna arrivare al Doge Francesco Foscari nel 1423 perché il patriziato veneto favorevole all’espansione politica continentale guidi azioni guerra per ottenere territori e città nella vicina Lombardia.
L’espansione prosegue anche per mare e Cipro diviene Veneziana ma cresce al contempo sui mari la minaccia dei Turchi e per terra la potenza e l’influenza dell’Imperatore Carlo VIII. Nel 1503 Venezia giunge ad una pace coi Turchi ma non durerà purtroppo a lungo.
XVI – XVIII secolo | Lo splendore e il declino
I secoli del Rinascimento vedono nella Repubblica del Leone il fiorire dell’arte e della cultura assieme al consolidamento dei i traffici per mare, di una fragile pace armata con i Turchi ed il mantenimento dei propri domini di terra.
La fine del XVI secolo vede una sempre maggior difficoltà nel mantenimento dei domini d’oltremare. Si verificano arretramenti e perdite di territorio di territorio sulla spinta dell’Impero Ottomano e anche se Venezia ha un sussulto e sconfigge, assieme ai suo alleati i Turchi a Lepanto alla fine del 1571, perde poco dopo e definitivamente l’isola di Cipro.
Il Seicento vede la perdita dell’isola di Candia, l’odierna Creta dopo alterne vicende di vittoria e sconfitta insieme all’alleata Austria in una guerra che dura fino al 1718.
Nel Settecento si crea a Venezia uno stile e un modo di vivere imitato da patrizi e potenti di tutta Europa, essi vi accorrono in gran numero e Venezia rifulge degli ultimi bagliori della sua storia millenaria.
I commerci, i traffici e i domini sul Mediterraneo orientale non sono più un’esclusiva dello stato di Venezia, inoltre con la scoperta dell’America, gli equilibri della storia si erano spostati altrove ed altre erano le potenze in gioco.
XVIII- XX secolo Il dominio straniero fino all’Unità d’Italia
Siamo nel 1789 e a Venezia si ha la centoventesima ed ultima elezione di un Doge Viene eletto Ludovico Manin, proveniente da una famiglia friulana ma di origine toscana.
Il suo non è un dogado neppure breve dato che dura otto anni ma rappresenta il canto del cigno dello Stato veneziano dato che a porvi fine è Napoleone Buonaparte che, invadendo l’Italia occupa il Veneto e provoca la caduta della Repubblica. Le truppe napoleoniche si abbandonano a saccheggi e distruzioni di tutti i simboli che per secoli hanno testimoniato la potenza e la grandezza di Venezia.
Venezia ed i suoi territori vengono così ceduti all’Austria ma vengono a lungo palleggiati fra la Francia e l’Austria finché nel 1848 la popolazione insorge guidata dall’avvocato veneziano e patriota Daniele Manin proclamando la Repubblica veneta che vuole Venezia ed il Veneto una rinnovata indipendenza.
La debole Repubblica veneta viene rapidamente soppressa dal potente Regno Asburgico che ne riconquista i territori precedentemente perduti.
La governerà fino al 1866 in cui un plebiscito sancirà l’annessione al Regno d’Italia di tutti i territori un tempo parte della caduta Repubblica.