Il vetro di Murano, una tradizione millenaria
I primi cenni di cui si ha conferma storica inerenti lavorazioni artistiche del vetro nell’isola di Murano risalgono al lontano 982.
La lavorazione del vetro è una tipica arte mediterranea già praticata sin da tempi molto antichi tanto che si ha notizia di tecniche di soffiatura del vetro sin da primo secolo a.C. I Maestri vetrai muranesi ereditarono le conoscenze sulla sua lavorazione dai frequentissimi contatti con il mondo Bizantino
Svilupparono poi nei secoli tecniche proprie di lavorazione sino a trasformare la produzione del vetro artistico in una vera e propria forma d’arte. Essa toccò l’apice del suo splendore creativo nei secoli fra il quindicesimo e diciassettesimo secolo.
In quest’epoca vennero create raffinate ed elaborate tecniche di soffiatura del vetro che portarono alla creazione di autentici capolavori, alcuni dei quali possiamo ancora oggi ammirare nel celebre Museo del Vetro ubicato proprio nell’isola di Murano.
I segreti di questi artisti sono stati a lungo oggetto di tentativi di spionaggio industriale, ciò spinse la Serenissima da un lato a limitarne e controllarne i movimenti dall’altro a gratificarli di speciali riconoscimenti artistici. L’iscrizione dei loro nomi in un esclusivo Libro d’Oro, attribuiva loro inoltre attributi nobiliari.
Veniamo ora a descrivere per sommi capi come nascono queste fragili opere d’arte famose in tutto il mondo. I materiali che vi vengono impiegati sono da secoli i medesimi.
Per produrre il prezioso vetro di Murano vengono impiegati infatti sabbia di silicio cui vengono addizionati sodio calcio e potassio che servono ad abbassare il punto di fusione della sabbia silicea. Ad essi possono venir aggiunti alcuni ossidi minerali come ad esempio il cobalto da cui si ottiene il colore blu, l’ossido di ferro da cui si ricava il colore verde. Il selenio unito all’oro a 24 carati darà invece origine al tipico colore rosso di Murano.
La miscela così ottenuta viene portata nelle fornaci ad una temperatura di oltre 1500° così da ottenere una pasta vitrea trasparente. Essa viene lasciata raffreddare e può essere lavorata sino al raggiungimento di una temperatura di 500°.
Il vetro fuso viene quindi prelevato dal crogiuolo della fornace a mezzo di aste in metallo tra cui quella chiamata canna da soffio con la quale se ne inizierà la lavorazione.
Essa richiede la presenza di garzoni che assistano il mastro vetraio e l’utilizzo di numerosi e particolari attrezzi che serviranno a determinarne la forma finale.
Moltissime sono le tecniche con cui questi maghi creano i loro capolavori e mille sono le sfumature di colore e le varianti di filigrana a cui essi sanno dare vita.
Dalle loro mani sapienti nascono pezzi unici come vasi e calici di ogni forma, splendidi lampadari, cristalli e specchi, perle vitree e le preziose Murrine.
Per realizzarle vengono accostati in splendidi disegni diverse canne realizzate in pasta di vetro di diversi colori sino ad ottenere un lungo cilindro. Esso, una volta allungato a mezzo di utensili porterà ad un’unica lunga canna dello spessore desiderato. Dal un successivo taglio di quest’ ultima in dischi dello spessore di pochi centimetri si otterranno questi splendidi e preziosi medaglioni.
Numerose sono le vetrerie muranesi famose nel mondo. Fra di esse citiamo la Barovier & Toso, la Venini, la Salviati, la Seguso fondata dal grande Maestro muranese Archimede Seguso e non ultima la Cenedese.